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Analisi & Approfondimento

I 3 marchi di lusso che non vorrei mai indossare o avere nell’armadio in questo momento

Tra i marchi di lusso che si sono sputtanati negli ultimi 12/24 mesi o che hanno perduto l’appeal dell’insider esperto ci sono 3 giganti del gruppo Kering (nonostante quello che riporta The Lyst)

Poco importa quello che fa la maggioranza, in questo particolare periodo storico abbiamo avuto la dimostrazione che il popolo mondo non ha buon senso e, tanto meno, senso estetico.

Parlando di marchi di lusso, certamente in questo momento non è rischioso avere tra i piedi un pezzo di Balenciaga di Gvasalia da vendere alle mandrie eccitate dai Reel (d’altronde, se ti viene regalato “a caval donato non si guarda in bocca”) perché si piazza benissimo sui siti rivendita di marche di lusso, ma non mi sognerei mai di consigliarvi di investire qualche spiccio in questo brand o in Gucci o in Bottega Veneta.

E, prima di proseguire, un inciso: basta anche con l’appellare Gucci e Bottega Veneta come marche di lusso Italiane. No, non sono più Italiane e di Italiani ci sono rimasti solo i nomi e un po’ di dipendenti. Ebbene sì, siamo andati oltre Carmel Snow. Non è più l’editor in chief di Harper’s Bazaar. Dal 1958.

La classifica dei top marchi di abbigliamento di lusso fatta da The Lyst non vuol dire un ca _–_

Insomma, nonostante il The Lyst index premi i soliti brand moda lusso noti, vorrei sottolineare che non è basandosi su quello che fa o dice la “maggioranza” che va cercata la “strada maestra”.

L’app di shopping di lusso The Lyst elabora un conteggio che tiene conto del comportamento degli acquirenti, delle ricerche all’interno e all’esterno della piattaforma, delle visualizzazioni dei prodotti e delle vendite. Per tenere traccia dell’appeal dei marchi di lusso e del prodotti, la formula conteggia anche le menzioni sui social media e le statistiche sul coinvolgimento in tutto il mondo in un periodo di tre mesi.

Balenciaga e Gucci due marchi simbolo del glorioso e corrosivo nulla culturale

Proprio per sbaragliare la concorrenza sui social con gli altri marchi di lusso, difatti, abbiamo un Balenciaga che è diventato il marchio sponsor della trash tv popolare Americana delegando la sua portata simbolica a Kim Kardashian e Justin Bieber e un Gucci sempre più deprimente che non disdegna nemmeno i trash “sxex symbol” nostrani. Il pubblico elettivo scelto con accuratezza profetica ( mmmm ?) mesi fa dalle due marche di lusso sono gli Americani, un mercato grasso e solido in confronto alla situazione di un’Europa indigente e in guerra o a quello di una Cina punita da lockdown a singhiozzo.

E tornando alla classifica di The Lyst, ammesso che questi calcoli siano genuini, cosa che si dà per buona, ma non per scontata (soprattutto quando i nomi dei padroni dei brand di lusso sono quotati in borsa), sarebbe meglio che te ne fregassi anche tu di quello che viene riportato.

Brand Lusso più desiderati: la rinascita di Bottega Veneta è finita con Lee, lascia stare

E’inutile che la stampa si sprechi in ovazioni per il nuovo venuto, che lo spaccino per il figlioccio naturale dell’artefice della corrente Old Céline, no e no, quel tempo è finito con Daniel Lee. E’ lui che ha riempito il vuoto dell’abbigliamento di lusso di novità con uno stile minimal radicale e feticista. E’ lui che è uscito dai social rendendo ancora più ossessiva la ricerca e la scoperta dei suoi prodotti. Niente di personale per il successore, ma mi sfugge anche come si chiama, se tra le borse di lusso dei tuoi sogni avevi inserito una BV, ti consiglio di rivedere la tua scelta.

immagine in evidenza da elizabethjeanbranding.com

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