Prada inverno 2024-25
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Tendenze inverno 24/25: ecco il meglio visto nelle fashion week

Ho esaminato le collezioni più rappresentative del settore e posso dirti che le mie profezie sono state confermate(ne avevo parlato qui): le tendenze inverno 24/25 parlano ampiamente la lingua del quiet luxury. Se non hai ancora familiarizzato con questo termine, puoi pensare a questo trend inverno 2025 come una risposta pacata e saggia all’isteria del consumo impulsivo e all’estetica del parvenu da strada.

L’armadio quiet luxury è composto da capi costosi e indossabili, ma discreti (no logo in vista, no tinte aggressive, no design strampalati) e dalla fattura impeccabile.

Granny style tra le macro tendenze a-i 24-25

A cominciare da JW Anderson a Londra, passando per N21, per arrivare a Gucci, la protagonista dell’inverno è la maglieria. Maglioni ingombranti, maglioni brillanti, maglioni della nonna, maglioni da montagna, cardigan chunky, cardigan mini, maglie di lana sovrapposte, abiti in maglia, maglioni come sciarpe, maglioni arrotolati. I maglioni sono ovunque e fanno di tutto per essere notati.

Nudità

Dato che la moda riflette il non senso del mondo, accetterete di buon grado l’idea alternare i vecchi maglioni del nonno ad outfit in cui sarete coperte solo di lievi trasparenze e dagli sguardi altrui.

Colori tendenza inverno 2024/25

Le tendenze inverno 24/25 hanno visto una schiacciante predominanza del colore nero, seguito dal grigio, dal bianco e dal blu inchiostro (ricordiamo Max Mara). Questo spartito neutro di colori è stato intervallato ripetutamente da shock cromatici irruenti quali: viola, azzurro, verde, rosso. Nella punteggiatura delle palette non sono mancati neanche i pastelli, in particolare, rosa e blue baby.

Ecco le sfilate autunno inverno 2025 più significative

Se non hai avuto tempo di stare dietro alle sfilate e non hai voglia di spizzicare immagini qua e là senza capirci niente, con questa carrellata ti darò un’idea più che pratica su quelle che saranno le tendenze moda 2025 dell’inverno.

Gli ULTRAS del Minimalismo

La mia selezione di designer parte da New York con Bevza, marchio Ucraino seguito dagli oltranzisti del minimalismo – come la sottoscritta – che si propone come valida alternativa a Toteme, The Row, Phoebe Philo e Jil Sander. Niente sensazionalismi, in passerella sfilano figurini finemente abbigliati con abiti-cappotti morbidissimi, lunghe gonne in seta e lana a vita alta e look casual effortless chic.

Anche chez Fendi si punta su un guardaroba essenziale, dando rilevanza alla maglieria e a capispalla dallo stile nipponico. Da questa sfilata erediteremo il boom dei cuissardes, la mania di lanciare maglioni senza infilarli e il body lasciato a penzolare fuori dai pantaloni ( che non è una novità).

La collezione minimal più ricca e originale è quella di Jil Sander

Una collezione fuori dal mondo, infatti mi viene in mente Star Treck. E niente, per me è stata la collezione più sontuosa, eppur minimalista, che la coppia Meier abbia mai sfornato presso Jil Sander. Oltre ad aver individuato almeno 2/3 modelli di borse trapuntate destinate a diventare hit bag, sono rimasta affascinata dal design innovativo, ricco, eppur femminile, e ribadisco, eppur minimalista dei capispalla. I mantelli e cappotti matelassè a bozzolo sono magnifici anche nella scelta dei colori: rosso, rosa, bianco.

jil sander fw 2024-25

Modest Fashion, Max Mara e Colette

Max Mara manda in passerella magnifici capispalla oversize e look castigati semplicemente favolosi. Il tema della sfilata fa riferimento a Sidonie-Gabrielle Colette, scrittrice di fine ‘800 passionale ed emancipata, nota per la sua volontà di affermarsi donna nel senso più moderno del termine. Faccio fatica a pensare a una Colette imbrigliata in una delle più popolari tendenze a-i 24-25, ma la collezione rimane affascinante.

Decostruzione – > Prada autunno inverno 2025

Quello che Miuccia non può dichiarare lo fa lo show.

Prada tradita dai vestiti, la guerra si vede, ma non si dice. Il passato è il presente. Decostruzione e riadattamento. Miuccia e Simons elaborano una cavalcata di contrasti: rigidezza e vezzo, terrore e colore, povertà e ricercatezza. L’ angoscia viene indossata con indubbio stile da uno sciame di ufficialesse che non hanno niente di umano. E le apparenze ingannano. Quella è una giacca solo a metà. Sulla parte dietro è stato montato solo un pezzo di raso (o seta che sia). Anche le gonne lunghe anni ’30 sono tali solo se viste da davanti, poiché sul retro manca il tessuto. E allora non sono più gonne lunghe come sembravano, allora, sono solo grembiuli e i gli stivali al ginocchio solo galosce da campagna. E allora dove sta la verità?
Non stare a sentire me, guarda la sfilata, sentila e fatti un’idea tua, certe cose non si possono dire, ma si sentono.

N.21

Da N21 continua il filone “giovane sciura Milanese”. Sono collezioni carucce, fresche e sexy, nonostante il maculato. Occhio a dove mettete le manine, perché altrimenti rischiate di rovinare tutto. Esse, infatti, vanno riposte esclusivamente nelle taschine piccoline sopra l’ ombelico o sui genitali ( posa affettata, peraltro già vista in Chanel).

Appiolaza e Moschino

Debutto Appiolaza. Moschino rivive dopo il buio insensato di Scott. Coraggiosamente porta PACE ☮️ e libertà di espressione. E di questi tempi di censura è davvero un grande passo. Franco avrebbe gradito.

JW Anderson (Londra)

Tra le tendenze 24/25 il granny style introdotto da J.Anderson è un viaggio nella sproporzione, un po’ come l’ultima provocazione di Marc Jacobs e sue bambole sovravestite. In Anderson è come se a guardare la collezione fosse un bambino. I suoi pezzi sono grandi grandi, ma indossati da persone piccole piccole. Le scarpotte da montagna sono calde e accoglienti come i maglioni giganti che diventano rifugi e nascondigli, come se fossimo sprofondati ancora una volta tra le grandi braccia del nonno. E’ un sogno semplice ma intimo e rasserenante.

foto da www.nssmag.com

Gucci

Secondo appuntamento con De Sarno che è un po’ come il post sbornia. Personalmente avevo apprezzato il debutto asciutto del creativo, ma questa seconda collezione non ha slancio e non evoca niente di interessante.

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