Maison Margiela Haute Couture
Analisi & Approfondimento

Haute Couture 2024: ecco perché tutti parlano di Maison Margiela

In questo giro di Haute Couture 2024, tutti parlano di John Galliano e della sua decadente e perturbante “ballata dei bassifondi Parigini” elaborata per Maison Margiela. Un esercizio stilistico magistrale per gli addetti ai lavori, suggestivo per gli appassionati di film noir, inquietante e mortificante per tutti gli altri.

Si è soliti pensare all’Haute Couture come a un sogno, ecco, perché risvegliarsi in un incubo può essere shockante.

Nell’Haute Couture 2024 di Galliano si premia il lavoro onesto, sincero (sine cera lat.) proprio del vero couturier che come una furia si svincola (apparentemente) dai fini meramente promozionali a cui, oggi, anche un appuntamento come l’Haute Couture 2024 fa fede.

Nella performance di Galliano in questa Haute Couture 2024 vedo uno spettacolo dalle molteplici interpretazioni, ma suppongo che tutti possano leggerci uno spaccato dalla forte componente drammatica e, seppure un po’ generico, un richiamo a quel profondamente e dannatamente umano che rispecchia il modo di vivere, pensare e agire contemporaneo.

Haute Couture 2024: a colpi di peach fuzz e cristalli contro il male del mondo

Va comunque detto che il brutto nella moda non è una novità, soprattutto se ti chiami Galliano e se sei il direttore creativo di una Maison che porta il nome di Margiela, uno degli stilisti più anticonformisti e avanguardisti della moda contemporanea. Un po’ più strano è, invece, assistere all’evento “Haute Couture 2024” che dopo aver fatto scendere in pista i più sfarzosi rappresentanti del lusso mondiale e averci incipriato occhietti e nasini a colpi di peach fuzz (colore pantone 2024) è riuscito a macchiarci di vergogna riportando l’attenzione sull’oscurità, che non senza angoscia ci si illude di poter travestire da ostentata meraviglia.

Le poupée del brivido di Galliano per Maison Margiela

sembrano vestirsi di corruzione morale e penuria, incubi strappati ad un inconscio collettivo in cui, messi da parte umanità e perbenismo, a prendere vita non sono più gli esseri umani, ma gli involucri di tessuti che si affastellano intorno alle ombre. Ombre senza volto o dal volto sfigurato, in cui, all’occorrenza ciascuno spettatore potrebbe immedesimarsi.

*Curiosità sull’Haute Couture:

L’Haute Couture nasce nel 1858 quando Charles Frederick Worth fonda a Parigi la sua Maison. Lui è il primo a definirsi STILISTA, in quanto, per primo lancia e firma le sue collezioni, presenta in sontuosi saloni e stagionalmente le sue creazioni e utilizza indossatrici.

In seguito, dal 1910 in avanti, sempre a Parigi, altri couturier apriranno le loro Maison di Moda iniziando a sviluppare primordiali idee e strategie di marketing legate al loro marchio.

Haute Couture: quali sono i requisiti per fregiarsi dello status di “Haute Couture” ?

creare almeno 50 creazioni per collezione con proposte per il giorno e per la sera;

le collezioni devono essere create a mano, su misura;

le collezioni devono essere presentate 2 volte all’anno (gennaio e luglio);

si deve avere uno studio a Parigi dove devono lavorare ALMENO 15 persone

si deve disporre di un atelier composto ALMENO da 20 persone.

immagine copertina di style.corriere.it

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