Dal Giappone con amore, la KAWAII mania

Buongiorno Ladies,

oggi mi addentro nel fitto boschetto della mia fantasia (cit.) per capire cosa ci sta dietro quella strana affezione/perversione nei confronti di quella sfera di frivolité di ascendenza “cartooniana”, che saltellano felici nel mio immaginario e condizionano le mie scelte, i miei accessori e i miei look.

Ebbene, sembra che questa tentazione (per molti) insana, sedimentata saldamente nelle mie membra, abbia una fonte ben precisa.

Il Giappone.

E’ proprio colpa loro, se per primi hanno capito quanto poteva essere vincente e fruttuoso in termini economici lo sfruttamento dell’effetto KAWAII, intendendo con questo termine << tutto quello che è piccolo e carino>>. D’altronde, nessuno, ma proprio nessuno rimarrebbe immune

al senso di tenerezza *_* .

Fa parte della natura, e non lo dicono i giapponesi, ma Darwin.

Proprio Darwin si era accorto, che nel regno animale i cuccioli con maggiore “appeal” avevano più probabilità di sopravvivere, scatendo nell’animale adulto tutta quella serie di comportamenti protettivi e amorevoli, che normalmente oggi proviamo quando osserviamo un bimbo appena nato.

Da qui alla conquista del mondo, per i nostri Giappo friendsss, il passo è stato breve, infatti non ci hanno pensato due volte a trasferire questa psicologia in miriadi di pupazzini e oggettini, ma non solo. I Giappo friends, infatti, sono andati a lavorare molto più in profondità, in modo da influenzare intere generazioni, questo a partire dagli anni ’70. Indovinate un po’..?

Ma è ovvio con la produzione di fumetti e cartoon!

E da lì in avanti l’industria culturale Giappo ha traviato un po’ tutte noi. Chi non è stato immune al fenomeno Sanrio? Hello Kitty, per esempio, continua a vendere quantità astronomiche di merchindising, altro che Barbie! Che sarà pure magra, ma non è certo tenera! Ma poi vi ricordate i cestelli della merenda che si portava Sailor Moon a scuola? Erano dei piccoli bon bon di faccini carini paciocchini. E non si distanzia mica dalla realtà, anche il cibo ha assunto un aspetto kawaii.

Inutile dire che dietro tutto questo retroterra culturale ci siano state mosse politiche e socio-economiche, anzi ci sono tutt’ora, in continua e silenziosa “lotta” contro le majors americane.

Ma ritornando al fenomeno dell’estetica Kawaii, un’altra declinazione, che continua a portare grandi introiti monetari nelle casse nipponiche è quella dovuta all’abbigliamento! Eccertooo! Come una piaga arcobaleno, questo modo di vestirsi da “bambolina manga” dai grandi occhi, dalle calzettone multicolor, dalle parrucche pastello e dalle gonnelline fru fru sta contaminando sempre di più lo street style e non solo.

Si pensi alla moda delle orecchie da coniglietto, che è divampata sulle passerelle di Louis Vuitton nel lontano 2009 per poi invadere ogni angolo della terra (trend che per altro a casa mia non si è ancora affievolito). E vogliamo parlare delle colorazioni pastellose per le nostre chiome e del make-up??? E what about la tulle mania e le super zeppe colorate? Per non parlare delle stampe e del ritorno dei disegni dei cartoni animati anni ’80/’90.

Insomma, potrei andare avanti all’infinito, quindi ora vi lascio meditare sulla cosa con un po’ di foto divertenti!