Cosa succede nel mondo della moda? Anche gli intoccabili, tremano
Cosa succede nel mondo della moda internazionale? Succede che tira aria di tempesta e nessuno è più al sicuro.
Sentivo che le cose stavano per mettersi male, e ripresi precipitosamente a parlare di vestiti.
M. Proust. Alla ricerca del tempo perduto. La prigioniera
Il fattaccio è, Caro Proust che al momento, non c’è scampo. Anche se provi a parlare di vestiti, le cose sono messe piuttosto male. Nelle ultime due settimane, infatti, ci sono stati così tanti colpi di scena da togliere fiato e parole. Non avevamo ancora fatto in tempo a digerire l’arrivo del Dj, ingegnere, architetto(?), socialite “Abloh” da Louis Vuitton che già venivamo travolti da nuove , oscure perturbazioni. Se ti sei persa qualche passaggio, ecco tutto quello che devi sapere per metterti in pari.
Se intorno ai fortini di Condé Nast volteggiano già da qualche anno i mangiamorte, pronti a risucchiare fino all’osso le ultime alitate di vita di un’editoria che fu -un tempo gloriosa-, il mondo, a quanto pare, non si sente pronto a lasciare andare il suo temibile Kapò.
Ad oggi, infatti, lo shock non è stato superato e gli strazianti lamenti funebri incalzano. Eppure, c’era da aspettarselo. La dipartita di Anna Wintour, nella tradizione popolare conosciuta come Miranda Priestly o viceversa, per ora è un pettegolezzo, ma il fatto che circoli ai piani alti, mette già la parola fine ad un ciclo.
L’imbastardimento della stampa tradizionale in funzione di un radicale adattamento digitale sarebbe ormai un fatto non solo inesorabile, ma ineludibile per la sopravvivenza di quel che rimane delle testate. E, come sappiamo, la ristrutturazione non può che partire dai vertici, sollevando, quindi, tutto ciò che appartiene alla vecchia guardia.
In questo gioco nessuno è intoccabile
Anna e il suo team sono fossili d’impiccio, mai realmente integrati in un mondo che non riescono o non possono più gestire. E’ tempo di addii.
Ma servono nervi d’acciaio anche ad altri “intoccabili”
Primo fra tutti a Demna Gvasalia, che offeso nel profondo da Highsnobiety, non è riuscito a contenere la furia contro le ingiuriose affermazioni riguardanti lo stato di salute del suo famigerato marchio Vetements. Ma facciamo un passo indietro, era il 2014 quando la label approdava nei seminterrati del fashion system scuotendolo dalle radici con un’estetica streetwear post-atomica, post-sovietica, modificata geneticamente. Da lì in poi non sarebbe trascorso molto tempo, prima che Kering inglobasse il nuovo stravagante Prometeo per ricaricare di energia un nome come Balenciaga costretto da Wang a stare a guardare il successo altrui ai margini del bel mondo.
Se oggi Balenciaga rischia di superare i fatturati di Gucci,
dall’altra parte sembra che l’autenticità lapidaria del progetto Vetements sia andata a farsi benedire, e, più in generale, cominci a soffrire della paternità condivisa con la ricca “sorellastra”. Oltre all’accusa di aver perso quella “spontaneità” genuina tipica dei marchi streetwear di nicchia, i motivi della presunta crisi sarebbero due. Il primo riguarderebbe il malcontento dato dai prezzi eccessivi e dalla scarsa qualità dei materiali- peraltro da sempre contestati-. Il secondo, forse ancora più importante, si rifarebbe al design. L’ artificiosa, quanto sfrontata abilità nel creare oggetti di culto basandosi sulla “barbarie” estetica, sulla provocazione e sull’assurdo, infatti, sarebbe, troppo simile a quella presentata in casa Kering, fatto che spingerebbe buyer e consumatori a privilegiare il brand dai nobili natali.
Morire di Balenciaga. Si può?
Ma la “Soviet-crisis” non sembra riguardare solo il team Gvasalia. La situazione, infatti, si presenta alquanto incerta anche per il marchio di Gosha Rubchinskiy . Marchio che, nonostante le recenti collaborazioni vincenti ottenute sotto il “tutorato” di Adrian Joffe *, forse, sta deludendo le aspettative dei padroni, tanto da spingere il Gosha a dichiarare che il suo marchio cesserà di esistere. Cesserà di esistere, già, almeno come lo avevamo conosciuto fino a quel momento. Niente più collezioni stagionali, forse qualcosa femminile o magari proprio un nuovo brand solo online? Chissà.
Verità o mezze verità? Staremo a vedere, ma qualcosa di fondato c’è, perché come si dice:
” A pensar male si fa peccato, ma spesso si indovina”
*amministratore delegato di Comme des Garçons e direttore di Dover Street Market
immagine copertina via pinterest.com
favolose queste foto!!!
baci
http://www.unconventionalsecrets.com/
Adoro quella massima finale, è proprio vera!
Tu sempre pazzesca, foto da copertina!
Un bacione! F.
La Civetta Stilosa
Bel post e tu semplicemente bellissima.
Nuovo post “Stella in total look YClù per la sua Cresima” ora su http://www.littlefairyfashion.com
buona giornata!!
baci
http://www.unconventionalsecrets.com/
Me ha encantado el post.
Feliz sábado guapa.
https://nairgraphies.com/blog/