Emergenza bellezza: quell’urgente necessità di meraviglia

Emergenza bellezza.

Ho già parlato dell’inconsistenza visionaria e dell’aridità creativa in cui la maggioranza di artisti e designer si stanno trascinando negli ultimi tempi. Credo fermamente che questo sia dovuto ad una progressiva perdita di contatto con la realtà, quella vera e riservata che ora giace seppellita sotto pesanti strati di effimero spettacolo.

Emergenza bellezza. Un tempo si parlava dell’artista come di un profeta sonnambulo, che intesseva parole, figure, suoni e sapori per sollevarci dalla bestialità. Per rivelarci frammenti di poesia dettati dall’infinito. Oggi, ancorati nel presente e proiettati in un futuro incerto, risentiamo tutti di questa sostanziale mancanza di arte e di bellezza espressiva. Ci sono giornate che diventano stati d’animo dai quali non riusciamo a evadere. Incastrati tra problemi e frustrazioni altrui, perdiamo il contatto. Il contatto con la parte più alta della nostra esistenza. Nulla che ci tolga il fiato, nulla che ci appaghi, nulla che risani lo spirito dall’abbrutimento, dal cattivo gusto e dalle cattive persone. Stiamo per collassare, poiché privati di bellezza autentica. Quella che conduceva lontano, che parlava di noi pur mantenendo una valenza cultuale, magica e spirituale.

Le Printemps adorable a perdu son odeur!

Le Goût du néant, C. Baudelaire

La Primavera di Baudelaire è come la bellezza odierna che cerca di sopravvivere in qualche ricordo sfocato. Eppure, la meraviglia esiste, è solo fuori posto. Proprio come quel pianista inatteso giunto sotto la mia finestra, una mattina come tante. Un pianista fuori posto che ha saziato di magnifico una giornata storta.

immagini via pinterest.com

(vedi anche C’è bisogno di innamorarsi)