Moda

“IED CYCLES” : i giovani fashion designer sfilano ad AltaRoma

Una sfilata a cielo aperto : è così che lo IED Moda chiude il quarto giorno di AltaRoma e celebra i suoi lunghi quarant’anni di attività. Per l’occasione via Giovanni Branca, nel cuore pulsante di Testaccio e non lontana dalla sede dell’Istituto, si è trasformata in una meravigliosa passerella “en-plen-air”, che ha accolto i lavori di fine anno di ben 25 fashion designer, che hanno tutti costruito le proprie creazioni attorno al tema della ciclicità.

IED Cycles

Cycles. What goes around, comes around” porta infatti in passerella una collezione invernale tutta costruita sulle dinamiche del ciclo della moda : senza dimenticare il passato, sinonimo di una lunga tradizione sartoriale, i giovani studenti dello IED realizzano abiti che guardano al futuro e vanno incontro ad un mercato sempre più esigente, in cui la moda si arricchisce di contaminazioni dal design e dall’arte più moderna. Così il cerchio si chiude. E diventa uno dei tanti protagonisti della serata. Lo si ritrova proiettato sulle pareti dei palazzi che fanno da scenografia alla passerella, nelle stravaganti acconciature delle modelle, nel motivetto in loop che precede l’inizio della sfilata e infine nella splendida performance di due acrobati che si muovono all’interno di due gigantesche ruote ( tonde anch’esse ).

Cycles

In questa meravigliosa atmosfera si alternano sulla passerella creazioni che mescolano tra loro stili, ispirazioni, colori e quant’altro. È un mix micidiale quello degli studenti dello Ied, lanciato tra il pubblico come fosse una bomba : una strana alternanza di collezioni per uomo e per donna, in un perfetto equilibrio tra sportswear, stile etno-chic e haute couture.

È un tripudio di abiti da sera impreziositi da trasparenze, gonne a ruota, giacche dal taglio geometrico, borse da uomo dal design impeccabile, sandali dai tacchi vertiginosi, pellicce dai colori sgargianti, capispalla trapezoidali, scarpe da running e tessuti preziosi. Una passerella carica di colori : dal rosa tenue al nero, dall’argento satinato al rosso scarlatto, dal grigio all’arancione acceso, dal bianco candido al blu cobalto. E tantissime le ispirazioni che hanno dato vita a queste creazioni : il Giappone, Quentin Tarantino, Magritte, il punk, l’arte senegalese, il Barocco italiano e Caravaggio, le funzioni matematiche, le minoranze etniche degli Stati Uniti, la scultura moderna, la cultura Maori.

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Un caleidoscopio di esperienze che rende la sfilata assolutamente unica, intensa e densa al tempo stesso. E con un finale degno di nota: gli studenti Ied che, abbandonato il nervosismo della performance, escono allo scoperto e conquistano la passerella, salutano il pubblico, sorridono e saltellano a tempo di musica. Un epilogo che mi riempie di gioia e che mi rende partecipe di quello che c’è dietro le creazioni che hanno sfilato, persone in carne ed ossa che lavorano sodo per portare avanti la propria passione. Perché, a dispetto di quello che si dice, quei sorrisi mi hanno dimostrato che il panorama italiano ha ancora una speranza : la voglia di fare dei nostri giovani. Di noi giovani.

 

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Thank you Robin. Niente di comico.

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