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<h1>Professione influencer</h1> <h2><span style="text-decoration: underline;">Epifania di un mestiere: l'influencer non è più una possibilità</span></h2> Professione influencer. Ci fu un tempo in cui alla domanda "<em>di cosa ti occupi</em>", la parola "blogger" veniva emessa (o omessa) solo dopo un sano condimento di forestierismi in rigoroso idioma britannico. Bene, oggi quel tempo è solo un ricordo.Con buona pace per gli illustri assenti, Condé Nast tra un taglio e l'altro, continua la sua "rincorsa per la vita" mettendo a punto iniziative sempre più digital. Dopo aver messo su in fretta e furia un allevamento intensivo di "blogger", prese a manciate dalla Bocconi, questa settimana è stata la volta di "Lisa". <h2>E così Condé Nast lancia la prima "rivista" per i social: "L:sa"</h2> Leggi <a href="https://www.ilpost.it/2018/02/19/lisa-conde-nast/">Lisa</a>: "love”, “inspire”, “share” e “advise", ovvero, un contenitore di contenuti fruibili UNICAMENTE su Facebook e Instagram. Intuitene lo spessore culturale. A capo del progettino niente po' po' di meno che Riccardo Pozzoli, mente acutissima in grado di trasformare una biondina provincialotta in una macchina da soldi. <h2>Influencer si diventa non si nasce</h2> E la cosa comincia a fare un po' impressione. Prepensionate le blogger con i loro "vezzi intellettuali", oggi il destino si decide sui Social ma, segnatamente, pericolosamente, su Instagram. <h2>Instagram e la sua fanta-realtà</h2> <p style="text-align: center;"><span style="font-family: 'courier new', courier, monospace;"><strong><em>Si debbono preferire cose impossibili ma verosimili a cose possibili ma incredibili.</em></strong></span></p> <p style="text-align: center;"><em>Poetica*, </em>Aristotele</p>