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Sneaker lusso e Starbucks: identikit dei nuovi borghesi

Sneaker lusso e Starbucks: di quella pallida virtù che sta dietro il consumo vistoso delle nuove generazioni.

Secondo un sondaggio condotto da Highsnobiety,  più di un terzo degli utenti tra i 18 e i 34 anni ha dichiarato di aver speso oltre 500$ per un accessorio o un capo di abbigliamento alla moda, solo nell’ultimo anno. Ma non crediate che si tratti di puro materialismo il loro, perché, come da descrizione, lo sciupio vistoso di questi soggetti non è il fine, come a noi, screanzati iloti potrebbe apparire. Quello che ancora non capiamo, infatti, è che questi compagni stanno solo sovvertendo pacificamente le regole e lo stanno facendo con grande sofisticazione.

Eccoli i nuovi Sartre, Chomsky e Bauman,

ci sfilano davanti tutti i giorni, si assiepano coriacei e impermeabili al gelo e alle critiche davanti agli Starbucks, agli Apple Store o alla Nike, incompresi e fieri dei loro consumo come prodezza ardita verso la “buona, vecchia società”.

Sono dei progressisti, dei rivoluzionari, dei veri e propri maître à penser e non importa, poi, se sono vestiti male, perché il fine giustifica i mezzi. Sempre. 

Cosa gli manca? Solo la parola.

I signorini non comprano tanto per rinfacciare al prossimo il proprio status sociale, ma per divulgare al mondo valori di cui non sanno niente e a cui non sanno dare né forma, né profondità.

La nuova  borghesia

Gli aprivano saloni dove certo non avrebbe mai posto piede senza le circostanze che facevano della società una macedonia […] La sua routine divenne estesa esperienza, i suoi modi e il suo mutismo celarono l’assenza d’istruzione. Tale nullità fu un titolo quando occorse un uomo da nulla”

(Balzac, I Piccoli borghesi)

Un poderoso esercito di inconsistenti esistenze allevate sui Social è pronto a sacrificare tutto pur di non muovere un dito. Incompresi e rabbiosi, la loro comunicazione è consumo, perché il consumo oltre ad essere semplicissimo è libertà. Autentica libertà.

Approfondendo l’analisi condotta da Highsnobiety, vediamo poi come sul podio delle argomentazioni che giustificherebbero questo folle sperpero ci sia anche la ferrea convinzione che la merce costosa sia di maggiore qualità. Alibi o solo fitta ignoranza? Direi entrambe, per non fare torto a nessuno. 

Una solida, quanto oziosa e confortevole superficialità, infatti, non permette ai più giovani di beneficiare del dubbio, di dubitare su quell’indottrinamento a cui le loro deboli cervella vengono quotidianamente sottoposte limitandosi, così, a vivere ignorando. 

Sappiamo, infatti, molto bene quanto squallore e tormento siano annidati in quel purgatorio di anime senza dignità che sta dietro il confezionamento dei più gettonati prodotti di lusso. Proprio il settore del lusso, infatti, che nella maggior parte dei casi delega l’assunzione dei lavoratori ad agenzie di reclutamento esterne, da un recente rapporto dell’organizzazione no-profit KnowTheChain ha dimostrato di fare persino peggio dei marchi fast fashion.

E quindi? Dove vanno a finire i buoni propositi,

i valori, lo spirito comunitario, la sensibilità e la consapevolezza che stanno così tanto a cuore ai Millennials? Probabilmente sono tutti spremuti in un Black and White Mocha Frappuccino® Blended Coffee da 8 euro e finché non lo proviamo, non ci si può credere.

 

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2 Comments

  1. Sarò strana ma io queste sneakers non le indosserei neanche se me le regalassero.
    Nuovo post “Melania #minime” ora su https://www.littlefairyfashion.com

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