Fashion week SS 2018: fine delle televendite
Fashion week SS 2018. E così è successo anche a Parigi. Nell’intoccabile Parigi, madre dell’Haute Couture, Parnaso di vizi, capricci, di artisti deificati e di sovrani decapitati. Proprio quella Parigi depositaria di doverosa riverenza non è bastata a salvare la faccia della moda lussuosa.
cambiano le”
mise en place”,
ma non i bocconi. Bocconi che sanno sempre troppo di
Gvasalia e poco di qualcos’altro. Collezioni che si riempiono di dettagli
, svuotandosi di particolarità. Uscite che ripercorrono
temi preconfezionati dalla scadenza breve. Flaccavento sul
Business of Fashion cita Ted Polhemus autore de “
La rivolta dello stile” tratteggiando il sistema moda contemporaneo come un
supermercato, un contenitore straripante di prodotti svuotati di
pathos e concetti. A me, invece, al terzo giorno di streaming vengono in mente l
e televendite: un ciclo ininterrotto di rumore e facce sempre uguali, ma invecchiate, che si alternano senza logica, nel patetico tentativo di vendere set di pentole o materassi.
Dai materassi alla “roba per vestirsi” il passo è breve:
ecco cosa succede quando l’appuntamento con i grandi della moda diviene una cosa scontata e aggiungerei “sfarzosamente” inopportuna.
Ci sono riusciti. Lo streaming-vendita di collezioni simili si è appena concluso divenendo quasi insopportabile. Le collezioni vanno e vengono sugli smartphone con la stessa attesa che si prova quando Zara carica sul sito i nuovi arrivi, mentre il giganteggiare ostentato della potenza economica dei marchi diventa detestabile.
Detestabile perché sfacciatamente incurante delle asperità e della morigeratezza del tempo, odioso, perché sfrontatamente banale nel suo tentativo di proporre look sempre più informali e sportivi.
Una moda che non ascolta e rispetta il tempo in cui vive è fuori moda.
E sono sicuramente fuori moda Chanel, Balmain, Chloé, Valentino d'”Arabia”, Valli, ma la lista potrebbe allungarsi ulteriormente passando per le altre capitali della moda.
Benvenuti alla fiera dello spreco vistoso e dello stile generico per il popolo dei social, ma non è un format sorpassato?
Se il lusso è superfluo, il superfluo dovrà sembrare necessario. E, purtroppo, la gran parte di quello che si è visto quest’anno non ha niente di metafisico, né, tanto meno, di inavvicinabile.
immagine copertina via pinterest.com
little fairy fashion
Articolo interessante e look bellissimo. Kiss
Nuovo post “Un salto negli anni ’60 e ’70 con TUC TUC” ora su http://www.littlefairyfashion.com