Calendario sfilate 2017: tutto sta cambiando ecco perché
Calendario sfilate 2017. Allora, riepilogando: inizia l’Haute Couture Parigina (2-6 luglio). Wow. Fantastico. Sì, ma di fatto, solo Haute Couture non sarà, tanto è vero che, per coerenza, la Federazione della Moda Francese si dà un taglio al nome e dal pomposo Fédération Française de la Couture, du Prêt-à-Porter des Sarti et des Créateurs de Mode passa allo sbrigativo e innocuo Fédération de la haute couture et de la Mode (FHCM).
Il nobilissimo calendario dedicato all’Haute Couture, infatti, si sporcherà di moda commerciale. Ronald van der Kemp, Proenza Schouler e Rodarte, ad esempio, prenderanno posto nella ristretta cerchia del super lusso.
Un matrimonio di convenienza, più che una gentile concessione,
dato che i soldi nella moda scarseggiano e i partecipanti alla “cerimonia” pure. Se a questi fattori, poi, sommiamo il fatto che, dopo gli attentati di Parigi, le vendite generate dal turismo si sono notevolmente contratte insieme ai flussi dei Cinesi, si arriva facilmente a comprendere il perché la “snobbosa” Federazione si sia tappata il naso e abbia fatto entrare “a palazzo”anche il rozzo ready to wear. E sicuramente, questo è solo l’inizio di un processo che andrà sempre più consolidandosi.
Calendari sfilate 2017. Benvenuta moda nomade. Pubblico nomade, marchi nomadi.
Le fashion week imploderanno presto. Ma non c’è niente di tragico in questo, voglio dire, è normale che sia così. E’ ormai appurato, che puntare tutto su 10 minuti di popolarità nel chiassoso gioco di hashtag e appuntamenti, che infestano le giornate nelle capitali della moda, non origina i frutti sperati.
E sarebbe anche giunto il momento di smetterla di chiamarle “week”, che con la crisi che c’è a una settimana di spettacoli ci si arriva a stento- quando ci si arriva-, a meno che non si facciano sfilare anche Topo Gigio, Minnie, Pippo e Paperina( ma sempre ricordando a Giorgio Armani di esibirsi per ultimo, in modo da chiudere la fiera in bellezza e potersi dare un tono).
Delocalizzare gli eventi andando incontro alle preferenze di popoli e culture differenti
La moda diventa glocale, all’ identità globale si affiancherà sempre di più un’offerta “locale“, ovvero, le collezioni si declineranno a seconda dei luoghi in cui verranno distribuite, dando origine ad altrettanti show “su misura“.
Moda senza stagioni
Il mercato parla chiaro, la richiesta di novità è tutto l’anno e si rinnova ogni giorno, indipendentemente dalle stagioni.
E allora ha proprio ragione Peter Dundas, che farà debuttare i suoi 20 look durante la settimana HC per poi venderli dal 7 luglio su Moda Operandi. La sua offerta sarà varia e si staccherà dalle stagioni, piuttosto, verrà sgocciolata durante l’anno qua e là sugli e-commerce di lusso. Per esempio, a settembre attuerà una collaborazione con Farfetch presentando pezzi più accessibili. Proprio come un rubinetto che perde, il Peter costellerà l’anno di uscite. Notevole e all’avanguardia come strategia, anche dal punto di vista del contenimento dei costi.
“We’re not doing these bombastic collections, resort collections with every garment you think you may need. My woman has always been a nomad. There’s always a place with snow in July and a beach in December.”
fonte Businessoffashion.com
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