Errori di marketing: il purché se ne parli è morto
Errori di marketing: il purché se ne parli è morto. Se il fine giustifica i mezzi, il marketing non è la giustificazione di tutto.
E’ finito l’appuntamento con l’Haute Couture primavera estate 2016 di Parigi e la cosa più memorabile per la massa rimarrà il cane di Cara Delevingne nel parterre Chanel. Per i più appassionati resterà anche lo sketch triviale pubblicato su instagram da Vogue con le più acclamate e pagate top model (Gigi Hadid e Kendall Jenner) intente nel mostrare il meglio del loro squallore vestite Chanel Haute Couture.
Errori marketing Chanel
Lo charme della storica Maison, che mai come quest’anno aveva insistito sul fascino della purezza femminile si schianta contro la demenza delle beniamine del pubblico (e che pubblico!)immortalate da Vogue mentre mimano gesti sessualmente espliciti. No, per carità, nessuno ha in mente di aizzare gli animi perversi dei bigotti, ma non è ammissibile per il fedele seguace e compratore-sognatore Chanel sopportare visioni simili. Chanel vuole essere popolare e per farlo pesca le modelle più contese del momento su instagram.
Ma quelle che vengono celebrate come “le più influenti” spesso non sono in linea con l’identità del marchio.
Errori di marketing: blasfemie pop
Perseverare nell’affiancare Chanel e l’Alta Moda alla Kardashian Sister e alla biondona californiana o alla divetta del caso è stato e sarà sempre come praticare l’iconoclastia, ovvero, distruggere delle immagini sacre.
No, il marketing non giustifica tutto.
Ecco come la folle corsa del rendere il lusso sempre più pop scoppia lasciando in dote un bel po’ di trash. Ecco come il super influencer influenza male. Ecco cosa succede quando ci si fa “prendere troppo la mano”, quando le belle facce, i bei sederini e il divismo “post social” NON BASTANO, anzi distruggono.
Errori di marketing: popolare non è sempre un bene
E’ meglio essere popolari o credibili? Ovviamente la seconda. Credere in qualcosa ha una valenza religiosa, in particolare nel settore luxury. Il consumatore fedele del brand di lusso ha la pretesa di essere sempre rassicurato sui suoi investimenti (sia passati, che futuri) e la prima cosa che valuta è la comunicazione. Una comunicazione che deve essere coerente con le sue aspettative.
Errori di marketing: la popolarità può uccidere la credibilità
Non so se sia stato Karl a toppare, sta di fatto che passa un giorno, un solo giorno dal termine della sfilata, quando la stampa mondiale viene informata dalla Maison riguardo l‘estromissione di madame M.Chiquet, CEO del marchio da nove anni. La decisione è da attribuirsi a “divergenze di opinioni sulle strategie aziendali”.
Errori, erroracci intollerabili dall’effetto mediatico importante anzi, devastante.
Gli altri fantastici che si sono fatti ingolosire dal marketing sono Dolce e Gabbana. Venerdì scorso, infatti, i due sono inciampati e caduti in una delle sue molteplici trappole e, sinceramente, non so come ne usciranno. Hanno optato per una comunicazione dall’effetto mediatico travolgente, ma forse un po’ “fai da te”, impulsiva, furbetta, insomma, una roba tipicamente italiana.
Così, il nostro “tipico” duo, che è particolarmente affezionato al marketing emozionale, a questo giro non è stato perdonato. Era solo il marzo scorso quando rilasciavano a Panorama l’intervista bomba sulla famiglia tradizionale facendo collassare il sistema nervoso del povero Elton John vessato dai distrurbi della “menopausa”. Inutile dire che i pupazzetti della famiglia gay felice stampati su magliette e borsette siano tanto ridicoli, quanto incredibili.
Errori di marketing: no il marketing non giustifica tutto.
No, il fine non giustifica i mezzi. E nemmeno il marketing può giustificarli.
Non si può non comunicare, ma comunicare per il popolare può essere impopolare.
Il purché se ne parli è morto o forse non è mai esistito.
Un modo di pensare come questo è figlio della quantità più che della qualità, mentre sono quantità e qualità a guidare la scelta dei consumatori.
E a me tutta sta faccenda sta stufando. Ecco.
immagine via pinterest.com
Antonella
Verissimo, il marketing non giustifica tutto e sempre più frequenti sono gli “errori” che commette.
Bacio
antonella
http://www.drunkofshoes.com