Elio Fiourucci, è intervenuto qualche giorno fa durante un’interessantissima conferenza presso l’accademia di Brera. Elio Fiorucci, ovvero colui che per prim0 è riuscito ad aprire a Milano la prima finestra sul mondo con le novità di Carnaby Street e quelle statunitensi.
E’senza dubbio uno dei più grandi innovatori italiani. Una storia, la sua, nella quale le donne hanno avuto un ruolo importante.
La Sua moda ha saputo conquistare l’Italia e il mondo ancora prima di grandi nomi, come Armani.
Dopo l’apertura del primo negozio meneghino, Fiorucci continua a seguire la linea della creatività. I giovani che vogliono opporsi alle convenzioni seguono la moda e la sua arte. La sua linea e il suo stile sono un tuffo al cuore di divertimento e colore. Un colore in mezzo al grigiore Milanese. Qui il nome Fiorucci diventa un marchio con una propria produzione industriale, distribuita in Europa, Sud America e Giappone .
Nasce un nuovo life-style, riprodotto da Fiorucci attraverso i due angioletti, un’icona con la forza di un archetipo, che da allora è diventato il simbolo globale del marchio.
Chi entrava nel suo negozio veniva avvolto da un’atmosfera multi-sensoriale (avanguardistica anche per i tempi odierni ,oserei dire), attraverso la musica, i profumi, e la trasgressione. Era il primo store multi-prodotto e vendeva non solo abiti e accessori, ma anche gadgets, curiosità, cibo e bevande.
Dopo l’apertura di un punto vendita a Londra, nel 1976 nasce il Fiorucci Store di New York – 59esima Strada – disegnato da Ettore Sottsass, Andrea Branzi e Franco Marabelli, che subito diventa un luogo cult dove si incontrano i maggiori esponenti delle comunità intellettuali newyorchesi.
Così avviene l’incontro tra il magnificoo Elio Fiorucci e Andy Warhol. Andy, come lo chiama Elio, sceglie la vetrine del suo negozio per il lancio della sua rivista Interview.
” Warhol era un tipo taciturno, ma con una capacità impressionante di cogliere il nuovo. Una volta gli domandai come mai i suoi quadri fossero sempre così moderni e lui mi disse, che era perché utilizzava i colori dei neon di New York: non a caso la mazzetta di colori fluorescenti Pantone, oggi, si chiama “Neon”. I colori fluorescenti sono quelli che amo: quando si parla di pop è come dire la fine del grigio, del nero, del marroncino e l’arrivo del colore. Allegro, democratico, portatore di voglia di stare bene.”
E come dimenticare il primo jeans stretch, femminile, aderente e seducente? Fiorucci lo realizza mischiando al denim la lycra creata da Du Pont.
Sono gli anni ’90 quando il marchio Fiorucci viene acquistato dalla società giapponese Edwin International, azienda leader del jeans Made in Japan e il punto vendita milanese si propone con una nuova formula trasformandosi in un “contenitore” per i marchi giovani e innovativi. Nasce poi il progetto T-Art, una collezione di T-shirt ispirate a immagini tenere e fiabesche.
Quando esce Flash Dance sbancando i botteghini dei cinema, tutti amano e seguono quello stile, cosi Elio cavalca l’onda lanciando scaldamuscoli, body e leggins.
Più recente, invece, la linea rappresentata dai due nanetti, che danno vita a“LoVe Therapy”.
La Camera di Commercio di Milano assegna nel 2004 a Elio Fiorucci il premio “Piazza Mercanti” per la sua carriera come stilista, talent scout, imprenditore e comunicatore. Nel 2007 viene inaugurata alla Triennale la mostra “Anni settanta, il decennio lungo del secolo breve”, e viene dedicato uno spazio a Elio Fiorucci, “Fiorucci Land”, come simbolo della rivoluzione del costume degli anni ‘70.
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